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Oltre l’obbligo

Oltre l’obbligo

Ho sempre pensato che gli obblighi, così come i divieti, in un mondo ideale dovrebbero essere sempre dei provvedimenti temporanei.

Ogni limitazione alla libertà personale di scegliere di agire in un certo modo, dovrebbe essere un provvedimento che tampona una emergenza. O, al più, che induce un comportamento che difficilmente scaturirebbe spontaneamente o comunque richiederebbe tempi lunghissimi, e che dunque una “autorità illuminata”, proprio in quanto illuminata e in virtù del potere attribuitole, impone, appunto, un po’ come fosse un promemoria. E che dunque resti obbligatorio solo fino a che rischieremmo di “dimenticarcene”. Per essere poi revocato come imposizione una volta che il comportamento è entrato nell’uso comune e adottato come libera scelta e non più come conseguenza di un obbligo.

Se domani, dopo quasi 33 anni decadesse l’obbligo di indossare il casco, cosa succederebbe? Si tornerebbe alla situazione precedente al 10 luglio 1986, con centauri sfreccianti con criniere al vento anche in autostrada, anche a 200 all’ora?

Io all’epoca c’ero, e per 13 anni ho circolato col mio bel Nolan nero con banda a scacchi, lasciato al sicuro a casa, o agganciato al portapacchi, ma oggi sono certo che non tornerei indietro e invece continuerei ad indossarlo il mio casco, e ben allacciato, perché ormai, quel comportamento è entrato a far parte della mia “cultura”.

Nelle prossime settimane andrò “in tour” nelle scuole pesaresi a descrivere “Campo Pratica”, uno strumento attraverso il quale gli studenti possono collaborare attivamente alla realizzazione dei principali eventi culturali e turistici dell’estate pesarese.

Quattro anni fa, quando l’ho ideato, sono stato fortunato. La proposta infatti era arrivata al momento giusto, in contemporanea con la decupilcazione delle ore di “alternanza scuola lavoro” e del contemporaneo obbligo di documentarle, pena la non ammissione all’esame di maturità.

Non per vantarmi, ma l’idea era ottima già di suo, ma abbinata all’obbligo è diventata “irresistibile”.

Dopo quattro anni, il monte/ore è stato dimezzato e pur essendo indicato come obbligatorio, non è più condizione necessaria per essere ammessi all’esame. Ma la qualità dello strumento e della proposta mi fa ritenere che verrà apprezzato da studenti e istituzioni scolastiche anche “oltre l’obbligo”.

Probabilmente si tratta di una utopia, ma mi piace l’idea che alle volte potrebbe anche esserci bisogno di una spintarella, ma poi, se il tema è valido e magari si attuano, ad integrazione dell’obbligo, anche azioni di persuasione e incentivazione, sarebbe bello scoprire che certi comportamenti virtuosi proseguono e contribuiscono alla crescita di una società, anche senza mantenere in eterno imposizioni, divieti e azioni sanzionatorie.

Paolo Pagnini

Sono nato, leggo, scrivo e vivo a Pesaro. Qualcuno un giorno mi ha definito "divulgatore trasversale"